Oggi per i Belarusi è la Dzień Voli, la Giornata della Libertà, una festa non ufficiale per commemorare la dichiarazione di indipendenza unilaterale della Repubblica Popolare Bielorussa nel 1918 a seguito della resa della Russia agli Imperi Centrali. La famosa bandiera bianca-rossa-bianca che usa oggi l'opposizione democratica nacque proprio in quegli anni, fu usata dal governo in esilio e una volta riacquistata l'indipendenza con la caduta dell'URSS, prima che Lukashenka la cambiasse riportando in uso i simboli sovietici.
Nel 2020, come sapete avvennero delle proteste di massa per le ennesime elezioni truccate, sedate nel sangue anche da forze speciali russe, e all'epoca mi interessai molto a queste vicende, iscrivendomi a vari gruppi telegram dove giravano notizie con foto e video, girandoli a mia volta su canali europeisti; ma a dire il vero stavo seguendo cosa accadeva già durante la campagna elettorale, dove si respirava un aria nuova, pulita e piena di speranze.
Tra le varie canzoni che l'opposizione democratica metteva ai comizi c'era anche Pahonia [let. Inseguimento (a cavallo)], un poema che prende nome dal vessillo del Gran Ducato di Lituania del quale i ruteni erano parte, scritto nel 1916 da Maksim Bahdanovič, considerato ora uno dei padri della letteratura bielorussa moderna. La musica fu composta da Mikalay Shchahlou-Kulikovich, valorizzando il poema con un canto a cappella.
Perché mettere Pahonia ai comizi? Perché è un inno non ufficiale della Belarus, e fu considerato nella scelta dell'inno ufficiale quando il paese riacquistò l'indipendenza negli anni '90.
Quindi, ecco qui la Pahonia.